Alcune recensioni di “Un Corpo Estraneo”
Guido Davico Bonino (La Stampa):
Un corpo estraneo di Renzo Rosso, che si replica con vivo successo da alcuni giorni al Teatro dei Filodrammatici per la regia di Alvaro Piccardi, potrebbe sembrare un drammone a forti tinte tra il passionale e il romanzesco. E, invece, è una delle più belle “commedie nere” cui mi sia dato di assistere […]
è uno dei rari nostri drammaturghi che sappiano manovrare con distaccata perfidia lo stiletto dell'ironia (brandendo, solo a tratti, quando vuol minacciare i potenti la daga del sarcasmo); uno dei pochi che sappiano immergere passioni ed illusioni dei personaggi nella piscina. probatica del grottesco: dove quelle lacerazioni, quei dissidi, veri e profondi, ne escono come scarniti, e a loro modo redenti. Un corpo estraneo è questo: un gran bagno di dileggio (la famiglia, il sesso, la nevrosi, la letteratura, i commerci), una doccia fredda di allusioni schernevoli, che ci scrosciano addosso e ci fanno aggricciar la pelle: dal loro schiaffo gelido siamo puniti, ma anche tonificati, nel cervello se non nell’anima.
Odoardo Bertani (L’Avvenire):
La commedia di Renzo Rosso Il Corpo Estraneo, non ha nessuna intenzione di percorrere itinerari psicologici e moralistici. E’ una allegrissima bomba sotto il più del teatro ‘impegnato’, e devasta ogni perbenismo, anche quello dell’autore. […] Renzo Rosso ci offre al più alto grado un divertimento pieno e spietato, filtrando precedenti culturali quali il realismo magico, Pirandello e l'Assurdo. Con mordente arguzia dialettica e dialogica, egli crea situazioni e posizioni di logica scardinata “a posteriori” , ma che è in effetti specchio di nostri assai comuni comportamenti. L'umorismo, l’ironia, il grottesco si intrecciano in una composizione di allucinata forza satirica, trapunta di battute la cui fulminante comicità non è mai gratuita. Il corpo estraneo è opera tutta intelligenza e “cattiveria”, dotata di un raro spessore d'inventiva minuta che sta disinvoltamente al proprio gioco, che fa deflagare con apparente rispetto i suoi “flashes” impietosi su questo eccentrico raduno di marionette che vogliono non sembrare tali, e che fanno questione solo di contegno, riducendo a questo la dignità umana. E così registriamo, ben felici, il successo davvero grande di una commedia pura, coltivata da un estro pungente, da un’acribia serrata nella sua stesura e nei suoi toni: e da nessuna innocenza.
Enzo Siciliano (Il Corriere della sera):
Un corpo estraneo di Renzo Rosso[…] è la lampante dimostrazione che un narratore, uno scrittore, può mettersi al tavolino e dettare una commedia brillante, divertente, spiritosa, e tenerla in piedi con un estro linguistico da fare invidia a tutti quei teatranti che di solito vengono citati come esemplari scrittori di commedie, gli inglesi, gli americani, i francesi e così via. Sì, sì: la tirata è sciovinistica, e a qualcuno parrà anche di gusto un po’ facile. Ma non mi piace pensare che il teatro italiano vada minoritario solo perché alcuni attori e alcuni impresari di gran nome vogliono giudicarlo per tale, e per tale, minoritario, tenerlo a bada.
Rosso non si è inerpicato chissà per quali chine astratatte: ha scritto una commedia sul qui e sull'ora, voglio dire che ha scritto una storia quotidiana, di un suicidio, tentato o no che sia, avvenuto in una famiglia medio-borghese, che ha le giuste stigme di classe, mediocri, repugnanti, perbenistiche, infami. Ma tutto questo lo ha reso vivo, plastico, per qualche verso indimenticabile, proprio usando una lingua che centrasse, come al bersaglio, vizi e sublimità che conosciamo, dando all’uso logoro di certi gerghi intellettuali il lampo mercuriale dell’ironia, o la sottile insolenza dell’intelligenza……
TORNA INDIETRO
Guido Davico Bonino (La Stampa):
Un corpo estraneo di Renzo Rosso, che si replica con vivo successo da alcuni giorni al Teatro dei Filodrammatici per la regia di Alvaro Piccardi, potrebbe sembrare un drammone a forti tinte tra il passionale e il romanzesco. E, invece, è una delle più belle “commedie nere” cui mi sia dato di assistere […]
è uno dei rari nostri drammaturghi che sappiano manovrare con distaccata perfidia lo stiletto dell'ironia (brandendo, solo a tratti, quando vuol minacciare i potenti la daga del sarcasmo); uno dei pochi che sappiano immergere passioni ed illusioni dei personaggi nella piscina. probatica del grottesco: dove quelle lacerazioni, quei dissidi, veri e profondi, ne escono come scarniti, e a loro modo redenti. Un corpo estraneo è questo: un gran bagno di dileggio (la famiglia, il sesso, la nevrosi, la letteratura, i commerci), una doccia fredda di allusioni schernevoli, che ci scrosciano addosso e ci fanno aggricciar la pelle: dal loro schiaffo gelido siamo puniti, ma anche tonificati, nel cervello se non nell’anima.
Odoardo Bertani (L’Avvenire):
La commedia di Renzo Rosso Il Corpo Estraneo, non ha nessuna intenzione di percorrere itinerari psicologici e moralistici. E’ una allegrissima bomba sotto il più del teatro ‘impegnato’, e devasta ogni perbenismo, anche quello dell’autore. […] Renzo Rosso ci offre al più alto grado un divertimento pieno e spietato, filtrando precedenti culturali quali il realismo magico, Pirandello e l'Assurdo. Con mordente arguzia dialettica e dialogica, egli crea situazioni e posizioni di logica scardinata “a posteriori” , ma che è in effetti specchio di nostri assai comuni comportamenti. L'umorismo, l’ironia, il grottesco si intrecciano in una composizione di allucinata forza satirica, trapunta di battute la cui fulminante comicità non è mai gratuita. Il corpo estraneo è opera tutta intelligenza e “cattiveria”, dotata di un raro spessore d'inventiva minuta che sta disinvoltamente al proprio gioco, che fa deflagare con apparente rispetto i suoi “flashes” impietosi su questo eccentrico raduno di marionette che vogliono non sembrare tali, e che fanno questione solo di contegno, riducendo a questo la dignità umana. E così registriamo, ben felici, il successo davvero grande di una commedia pura, coltivata da un estro pungente, da un’acribia serrata nella sua stesura e nei suoi toni: e da nessuna innocenza.
Enzo Siciliano (Il Corriere della sera):
Un corpo estraneo di Renzo Rosso[…] è la lampante dimostrazione che un narratore, uno scrittore, può mettersi al tavolino e dettare una commedia brillante, divertente, spiritosa, e tenerla in piedi con un estro linguistico da fare invidia a tutti quei teatranti che di solito vengono citati come esemplari scrittori di commedie, gli inglesi, gli americani, i francesi e così via. Sì, sì: la tirata è sciovinistica, e a qualcuno parrà anche di gusto un po’ facile. Ma non mi piace pensare che il teatro italiano vada minoritario solo perché alcuni attori e alcuni impresari di gran nome vogliono giudicarlo per tale, e per tale, minoritario, tenerlo a bada.
Rosso non si è inerpicato chissà per quali chine astratatte: ha scritto una commedia sul qui e sull'ora, voglio dire che ha scritto una storia quotidiana, di un suicidio, tentato o no che sia, avvenuto in una famiglia medio-borghese, che ha le giuste stigme di classe, mediocri, repugnanti, perbenistiche, infami. Ma tutto questo lo ha reso vivo, plastico, per qualche verso indimenticabile, proprio usando una lingua che centrasse, come al bersaglio, vizi e sublimità che conosciamo, dando all’uso logoro di certi gerghi intellettuali il lampo mercuriale dell’ironia, o la sottile insolenza dell’intelligenza……
TORNA INDIETRO